I Contratti per Differenza (CFD) sono strumenti finanziari derivati che permettono di speculare sull’andamento di vari asset, come azioni, valute, materie prime e criptovalute, senza possederli realmente. Negli ultimi anni sono diventati sempre più popolari tra gli investitori retail, ma non senza conseguenze.
Molti risparmiatori, attratti dalle promesse di guadagni rapidi, hanno finito per subire perdite ingenti, spesso per via di una scarsa comprensione del prodotto o di una mancata trasparenza da parte degli intermediari.
Perché i CFD sono strumenti ad alto rischio
Il primo elemento di rischio è la leva finanziaria, che consente di investire cifre maggiori rispetto al capitale versato. Questo meccanismo amplifica i profitti, ma anche le perdite, che possono superare rapidamente il capitale investito.
A questo si aggiunge l’estrema volatilità dei mercati su cui i CFD si basano. Anche una minima variazione può avere effetti devastanti sul portafoglio dell’investitore.
Infine, molti utenti non hanno familiarità con il funzionamento tecnico dello strumento. Meccanismi come margin call, spread o la chiusura automatica delle posizioni possono risultare poco chiari e mettere ulteriormente a rischio il capitale.
Le misure della CONSOB a tutela dei risparmiatori
Nel 2019, la CONSOB ha adottato la delibera n. 20976, introducendo una serie di restrizioni per limitare l’uso improprio dei CFD da parte dei piccoli investitori. Questa decisione segue le raccomandazioni dell’ESMA, che aveva evidenziato un tasso di perdita superiore all’80% tra gli utenti retail.
La leva massima è stata ridotta drasticamente, in proporzione alla categoria dell’asset. È stata inoltre introdotta una protezione contro il saldo negativo, per impedire che l’investitore finisca in debito con il broker.
È diventato obbligatorio mostrare chiaramente il tasso di perdita medio dei clienti e vietare l’uso di bonus e incentivi per spingere gli investimenti. È stato imposto l’obbligo di chiusura automatica delle posizioni se il margine scende sotto il 50%.
L’obiettivo è uno solo: proteggere i risparmiatori inesperti da strumenti e pratiche eccessivamente aggressive.
Quando si ha diritto a un risarcimento sui CFD
Molti investitori che hanno subito perdite possono avere diritto a un rimborso, a condizione che l’intermediario abbia violato le norme previste dalla regolamentazione.
Tra le violazioni più gravi vi è la mancata valutazione del profilo di rischio dell’investitore, in violazione della normativa MiFID. Spesso non viene fornito il KIID, il documento informativo obbligatorio che descrive rischi, costi e caratteristiche dello strumento.
In altri casi, le informazioni fornite sono lacunose o poco trasparenti, non chiarendo l’impatto di commissioni, spread o possibili scenari negativi. Anche i problemi tecnici nelle piattaforme di trading, come l’esecuzione difettosa degli ordini o ritardi negli stop-loss, possono costituire base per una richiesta di risarcimento.
La sentenza della Cassazione cambia i tempi per agire
Con la recente sentenza n. 32226/2024, la Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di prescrizione di dieci anni non decorre dalla firma del contratto, ma dal momento in cui l’investitore acquisisce consapevolezza della perdita subita.
Questo significa che anche chi ha investito anni fa potrebbe avere ancora tempo per chiedere un risarcimento CFD, se dimostra di non essere stato correttamente informato all’epoca dei fatti.
Il supporto legale di Martingale Risk
Chi ha subito perdite con i CFD può rivolgersi a Martingale Risk, uno studio specializzato nella tutela degli investitori retail colpiti da strumenti finanziari ad alto rischio, come CFD, certificates e opzioni binarie.
Il team offre una valutazione preliminare gratuita del caso, per verificare se esistano le condizioni per procedere con una richiesta di rimborso. Tutto viene gestito con formula success fee, ossia il cliente paga solo in caso di ottenimento del risarcimento.
Martingale Risk si occupa di contestare le violazioni normative da parte degli intermediari, agendo in difesa dei diritti dell’investitore che ha subito danni.
Hai perso denaro con i CFD? Potresti aver diritto a un risarcimento
Se hai investito in CFD e hai subito una perdita, potresti essere stato vittima di una violazione dei tuoi diritti come investitore. In questi casi, la legge è dalla tua parte.
Ottenere un risarcimento CFD è possibile, ma è fondamentale affidarsi a professionisti esperti nel settore, in grado di valutare ogni aspetto tecnico e legale della tua situazione. Clicca qui per contattarci.