Il gruppo Campari è tra i leader mondiali nella produzione di bevande alcoliche, ed opera anche nel settore alimentare e degli analcolici. Nonostante la sua rinomata storia imprenditoriale, che affonda le radici nell’Italia del 19esimo secolo, ad oggi sta affrontando diverse sfide, sia dal punto di vista operativo che finanziario.
Nel terzo trimestre del 2024, l’azienda ha segnato un calo dell’utile, al di sotto delle aspettative degli analisti. I dati hanno deluso fortemente gli investitori, provocando un forte calo del titolo in borsa. L’azienda ha registrato così un crollo del 18,5% in una singola giornata.
A gennaio 2025, il titolo azionario del gruppo è sceso del 7,1% e ha perso il 40,2% nell’ultimo anno. Le azioni sono inferiori del 45,6% rispetto all’ultimo massimo raggiunto il 27 febbraio 2024.
Il caso Campari
Ma quali sono i fattori critici che stanno influenzando la performance del Gruppo Campari? Sicuramente, ha un ruolo centrale la debolezza della domanda negli Stati Uniti: gli USA sono il principale mercato per il gruppo, ma la domanda è risultata inferiore alle attese, influenzando negativamente le vendite complessive del gruppo. In particolare, il rallentamento nelle vendite di Aperol e Campari, due dei marchi più iconici, ha avuto un impatto significativo.
Anche nel mercato europeo si è registrata una flessione dei consumi delle bevande alcoliche in un periodo cruciale come quello dei mesi estivi. Ciò ha inciso notevolmente sulle performance trimestrali.
L’azienda ha poi incrementato fortemente il proprio indebitamento netto, passando da 1,86 miliardi di euro a fine 2023 a 2,57 miliardi a giugno 2024. Questo fatto è legato all’acquisizione del brand di cognac Courvoisier.
Quali sono le possibilità di un risarcimento per chi ha azioni Campari?
La strada più concreta per ottenere un risarcimento delle perdite subite con le azioni Campari passa oggi attraverso un’azione legale contro le banche intermediarie che hanno collocato questi titoli. Gli investitori possono ricorrere a una causa ordinaria o avviare un procedimento dinanzi all’ACF (Arbitro per le Controversie Finanziarie presso la Consob) per far valere le responsabilità degli istituti coinvolti.
Se per i risparmiatori privati la reale esposizione al rischio di questi strumenti finanziari poteva risultare poco evidente, lo stesso non si può dire per gli operatori qualificati, incluse le banche italiane, che hanno continuato a raccomandare e distribuire le azioni senza fornire informazioni adeguate sulla situazione finanziaria dell’emittente. Di conseguenza, molti investitori si sono trovati esposti a un livello di rischio ben superiore a quello che avrebbero accettato consapevolmente.
Il mancato rispetto degli obblighi informativi da parte degli intermediari rappresenta un punto centrale della questione. Le banche avrebbero dovuto agire con diligenza, fornendo ai clienti un quadro chiaro e trasparente della sostenibilità finanziaria di Campari e del rischio concreto di perdita del capitale. Invece, tali titoli sono stati spesso collocati anche a investitori con profili di rischio non compatibili, in contrasto con i principi di tutela sanciti dalla normativa vigente.
A questo proposito, va ricordato che gli intermediari finanziari sono tenuti a profilare i clienti attraverso il questionario MiFID, uno strumento che serve a valutare esperienza, conoscenza, propensione al rischio, obiettivi di investimento e situazione finanziaria. Qualsiasi influenza indebita sulle risposte o un’errata valutazione del profilo dell’investitore può configurare una violazione delle norme a tutela del risparmio. In caso di incoerenze o risultati inaffidabili, la banca ha l’obbligo di rivedere la profilatura prima di proporre investimenti potenzialmente inadeguati.
Martingale Risk supporta gli investitori nella tutela dei propri diritti, offrendo assistenza per avviare azioni risarcitorie contro gli intermediari che non hanno rispettato gli obblighi previsti dalla normativa italiana (Codice Civile, Testo Unico della Finanza, regolamenti Consob) ed europea (Direttiva MiFID).
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